Parlando di sex toy, di solito si pensa solo alla soddisfazione erotica propria e del partner, ma avete mai pensato a verificarne la qualità, sicurezza e sostenibilità?
Al giorno d’oggi siamo sempre più consapevoli rispetto a ciò che acquistiamo e consumiamo: le uova senza antibiotici, i prodotti senza olio di palma, le bottiglie di plastica prive di bisfenolo … ma che dire della nostra vita sessuale? Non possiamo tralasciare che anche nell’ambito dei sex toy la produzione debba sottostare a precise regole di tutela ambientale. Di fatto spesso non è così e, purtroppo, i materiali con cui vengono realizzati i sex toy (composti plastici e siliconi) solitamente sono difficilmente riciclabili. Poche sono poi le aziende che, oltre a venderli, incentivano anche il “ritiro dell’usato”, se così si può dire. Un esempio lodevole quanto raro è rappresentato da Lovehoney, che ricicla la plastica del tuo vecchio dildo.
Un altro fattore che gioca a sfavore dell’ambiente è il fatto che molti vibratori funzionano con pile non ricaricabili. Esistono dei modelli provvisti di batterie ricaricabili, che sarebbero assolutamente da preferire per non creare uno scarto di pile esaurite facilmente evitabile. A prescindere dalle batterie utilizzate, i sex toy sono dei rifiuti elettronici, quindi niente cestino della spazzatura per loro, vanno riconsegnati ai produttori per lo smaltimento o portati nei centri di raccolta RAEE.
Questa è forse la questione che maggiormente può avere delle conseguenze dirette sulla salute degli acquirenti: quanto sono sicuri i sex toy che acquistiamo?
Molti sex toy, di qualità scadente e non certificati, sono realizzati con plastiche ad alto contenuto di ftalati, delle sostanze chimiche che sono usate come additivo per migliorare la flessibilità della plastica. La loro tossicità è accertata, e per questo sono soggetti a restrizione europea (non possono superare lo 0,1%). E lo sai che quelle parti del corpo hanno i tessuti tra i più sensibili e assorbenti? L’idea che assorbano composti chimici che non sono presenti neanche nello smalto per unghie o nelle vernici, non è proprio il massimo! La questione è stata sollevata anche da Greenpeace nel 2006, che ha commissionato uno studio su otto diverse marche, denunciando gli alti contenuti di sostanze dannose riscontrate e, quindi, la pericolosità per la salute umana.
Per fortuna esistono anche vibratori di alta qualità senza ftalati ed estremamente performanti (fidatevi sulla performance), come quelli Lelo.
Quando un settore non è sottoposto ai dovuti controlli, i suoi prodotti mancano sistematicamente dei normali standard di qualità e di sicurezza.
Come capita con molti altri prodotti, anche nella categoria sex toy i materiali sono a volte scadenti e non controllati. I sex toy vengono importati principalmente dalla Cina e la tracciabilità della filiera spesso viene sacrificata per garantire gli interessi della spietata legge di mercato, per cui sempre più frequentemente capita che nei paesi europei la merce sospetta o non regolare venga ritirata dal commercio, senza però andare a risolvere il problema alla radice.
Al contrario di quanto accade per i giocattoli per bambini, che devono attenersi a standard qualitativi molto elevati sia in fatto di sicurezza che di sostenibilità ambientale, i sex toy invece non sono ben regolamentati e spesso sono venduti come gadget o regali scherzosi, come se non fossero effettivamente utilizzabili per il loro intento erotico. Non è così raro, in prodotti qualitativamente scadenti, trovare la scritta “For novelty use only”, che per capirci indica che il prodotto può essere usato in sicurezza solamente se non viene usato affatto (in pratica i sex toy dovrebbero essere usati come soprammobili…). Questo è un escamotage con cui chi vende si auto-scagiona per qualsiasi uso ne faccia l’utente finale. Una sicurezza però c’è: quella di trovarsi di fronte a un oggetto che non è per niente safe e tanto meno green!
Il discorso sulla sostenibilità ambientale oltre che per i sex toy vale anche per i condom, che il più delle volte sono realizzati con materiali plastici non riciclabili (poliuretano in molti casi). Altri profilattici sono realizzati in latex, che è vero che proviene dalla gomma naturale, ma purtroppo nella lavorazione viene mixata ad additivi che servono a prevenirne la rottura e rendono il buon materiale di partenza non più così sicuro. Chi vuole un’alternativa sostenibile può riuscire a trovare quelli in gomma naturale proveniente da foreste gestite responsabilmente: una buona marca in questo senso è Fair Squared. Spesso e volentieri pure il packaging di ogni singolo profilattico non è riciclabile e finisce per incidere ulteriormente sull’impatto ecologico. Brand che hanno dato finalmente un risalto a questo aspetto sono la L Condom Company e la Glyde, che commerciano profilattici con involucri in materiale riciclato.
Un esempio di profilattici in latex del commercio Equo e Solidale sono i Fair Squared, che hanno gli stessi standard di sicurezza grazie ai test elettronici fatti su ogni singolo preservativo.
Valide alternative alla plastica esistono davvero: la NobEssence ha optato per la produzione di dildo in legno, una materia prima riciclabile al 100%; mentre la Icicles ha invece puntato sul vetro (resistente e di alta qualità) per realizzare dildo e plugs anali eleganti, oltre che efficaci. Anche la sfera più intima e privata può incidere notevolmente a livello globale, e quanto è bello invece stare bene facendo anche del bene al pianeta?